Note efficaci: i second brain system

Vi sarà certamente capitato di leggere un libro, guardare un’immagine o semplicemente scrollare il feed di Twitter e pensare “Questa me la dovrei segnare”. Qui in Blank accade di frequente, un po’ perché le tematiche di innovazione ci intrigano molto (il nostro claim parla chiaro), ma soprattutto perché condividiamo fra di noi passioni anche molto differenti che spaziano in vari ambiti non prettamente tecnici.

L’enorme disponibilità di contenuti a cui siamo esposti quotidianamente è, per certi aspetti, disarmante: centinaia di tweet, decine di post, articoli di giornale; magari scorriamo il feed di instagram e, fra una pausa e l’altra, leggiamo un articolo su Medium. Nozioni su nozioni che rimangono per qualche secondo nella nostra mente, incapace di solidificare un ricordo efficace di quegli stimoli che hanno preso un pezzo della nostra attenzione. Non sono esclusi nemmeno i libri: che siano saggi di settore, letture educative su metodologie di lavoro o semplici romanzi, tendenzialmente siamo portati a scordarci la maggior parte di quello che leggiamo. Certo, possiamo sottolineare paragrafi o annotare gli aspetti che ci interessano su un diario - o meglio un documento drive da consultare all’occorrenza - ma comunque ci troviamo in balia di una serie di note e appunti scollegati.

Second Brain

Una volta riconosciuta l’impossibilità di stipare tutta la conoscenza all’interno della nostra testa, viene da chiedersi se nel 2023 non esistano strumenti in grado di soddisfare, almeno in parte, il nostro desiderio di accatastare informazioni.

La risposta arriva dai “Second Brain System” o Sistemi di Seconda Mente. Di base, si tratta di un approccio organizzativo all'acquisizione, all'elaborazione e alla memorizzazione delle informazioni personali. Questo sistema aiuta a creare una sorta di "estensione" della propria mente, che ci permetta di archiviare e recuperare informazioni in modo rapido ed efficiente mediante mappe concettuali, riferimenti e aggregazioni semantiche. Ma il sistema di Second Brain non si limita alla sola gestione delle informazioni. È anche un modo per integrare metodologie di produttività e gestione del tempo, come il metodo Pomodoro, GTD (Getting Things Done), Eat That Frog e Bento. Con l'utilizzo di template personalizzabili e automatizzazioni, possiamo creare un sistema a nostra misura che si adatta perfettamente alle nostre esigenze e abitudini.

All’atto pratico, tutto ciò di cui abbiamo bisogno è un'applicazione software che ci consenta di organizzare le informazioni in modo più efficiente. Invece di dover ricordare ogni cosa o annotare tutto su carta, il Second Brain System ci offre un metodo per salvare le informazioni in modo strutturato, perché possano essere facilmente ritrovate in seguito. Questo ci permette di concentrarci meglio su ciò che stiamo facendo in un determinato momento, senza dover pensare a tutto il resto.

La peculiarità di questi sistemi, però, non è la sola funzionalità di archiviazione, ma la possibilità di evidenziare collegamenti e punti focali di ciò che inseriamo man mano che arricchiamo la nostra mente. Ad esempio, potremmo avere un'idea per un progetto e poi trovare informazioni pertinenti su Internet o in un libro. Con un Second Brain System, possiamo facilmente salvare queste informazioni e collegarle all'idea originale, creando così una visione più completa e dettagliata del progetto.

Il vero problema è scegliere

Andiamo sul pratico e vediamo cosa offre il web e quali sono le alternative che possiamo sfruttare. In Blank abbiamo passato una fase esplorativa e ci siamo dilettati a sperimentare con vari sistemi per capire cosa possa fare al caso nostro. A fine articolo vi spieghiamo quale Second Brain System abbiamo scelto e perché. Per darvi una visione completa degli strumenti a disposizione, ecco le soluzioni che abbiamo valutato:

Notion

È un'applicazione molto versatile che permette di creare note, database, elenchi di attività, calendari e molto altro ancora. È molto flessibile e personalizzabile e può essere utilizzata per gestire molteplici progetti e attività. L’interfaccia piacevole ed intuitiva lo ha reso iconico e fra i più diffusi strumenti di Second Brain attualmente disponibili. La versione personal è gratuita con alcune limitazioni tipiche degli strumenti freemium. Il punto di forza di Notion è sicuramente la community di aficionados che ha portato al proliferare di template e linee guida che vi permetteranno di trovare un modello e una metodologia per qualsiasi tipo di progetto. Il rischio? Quello di perdersi nei meandri della Galleria dei Modelli, senza iniziare mai.

Bear

Distribuita esclusivamente su ambienti Apple (la versione web è in lavorazione), è un'applicazione di scrittura molto semplice e minimalista, che permette di creare note con testo, immagini e link. È facile da usare ed è particolarmente adatto per le persone che vogliono creare appunti e note rapide. Supporta il Markdown quindi non avrete problemi di gestione del testo arricchito, potendo esportare le note su altri strumenti in maniera abbastanza facile. La versione gratuita di Bear ha il vincolo di non poter sincronizzare le note fra più dispositivi.

Obsidian 

Il primo dei mostri sacri basati sul metodo Zettelkasten permette di collegare le idee tra loro in modo organico e di creare una mappa mentale di concetti e pensieri. È particolarmente indicato per le persone che vogliono approfondire un argomento specifico o creare un database di conoscenze. Obsidian supporta anche la modifica dei file di testo direttamente dalla cartella del computer, il che lo rende particolarmente adatto per le persone che preferiscono lavorare con i file locali. Risulta molto comodo per chi è abituato a scrivere testi lunghi e non apprezza le modalità outline che invece caratterizzano i due programmi successivi. Obsidian offre la funzionalità di sincronizzazione fra i propri dispositivi per un costo di $10 al mese. In alternativa potrete utilizzare un servizio terzo di vostro piacimento come Google Drive o iCloud.

Roam Research

Citandone il white-paper di presentazione, Roam rappresenta un nuovo paradigma basato su grafi che lo libera dalla classica organizzazione gerarchica (leggesi file, cartelle etc. etc.) a cui siamo tendenzialmente abituati. Gli utenti possono mescolare e collegare idee in più gerarchie sovrapposte, dove ciascuna unità di informazione diventa un nodo in una rete dinamica. Qualsiasi nodo può occupare contemporaneamente posizioni multiple, trasmettere informazioni attraverso relazioni definite e popolare i cambiamenti in tutto il grafo. La comodità di Roam risiede nel fatto che tiene tutte le informazioni salvate online, per cui attenzione: se siete fan dei modelli local first o avete a cuore formati di salvataggio open, forse questa soluzione vi apparirà un tantino stretta.

LogSeq

Ultimo arrivato, dall’anima open-source, LogSeq raggruppa il meglio dei suoi predecessori, fornendo il medesimo paradigma basato sui grafi di Roam e salvando i file in formato open-text come Obsidian, evitando, quindi, di obbligarvi a rimanere legati alla piattaforma specifica. È fortemente caratterizzato dall'approccio outliner basato su bullet-point e poco consono alla scrittura in prosa (i bullet si possono nascondere, ma comunque, dietro le quinte, i contenuti sono salvati in nodi). Come Roam e Obsidian, incentiva fortemente il metodo Zettelkasten, invitandovi a scrivere note veloci da revisionare in un secondo momento fino a raggiungere lo stadio di “note permanenti”. Anche in questo caso la funzionalità di sync in app è offerta per gli sponsor che supportano il progetto con una donazione mensile di 15$, ma potrete usufruire di sistemi terzi.

Microsoft Loop

Lanciato da poco meno di una settimana, Microsoft Loop si pone come diretto concorrente di Notion, fornendo strumenti di integrazione con tutta la suite di Office 365 (Teams compreso), in modo da accentrare tutto il materiale che un team potrebbe trovarsi a dover gestire per un progetto. Loop combina un'area di disegno potente e flessibile con componenti portatili che si muovono liberamente e rimangono sincronizzati tra le applicazioni, consentendo ai team di pensare, pianificare e creare insieme. Sarà poi possibile sfruttare Copilot, l’IA di Microsoft per facilitare la stesura e l’organizzazione del lavoro. È possibile utilizzare Loop sia su mobile, che da web. Attualmente Microsoft Loop è in fase di preview pubblica gratuita, con alcune limitazioni.

Dal canvas al cervello

Chiunque si affacci per la prima volta agli strumenti di Second Brain rimane spiazzato dal fatto che, dopo tutte le presentazioni pompose, nella loro forma originale, non sono altro che dei canvas vuoti.

Ecco che, quindi, diventa fondamentale approcciare fin da subito la scrittura delle note con un metodo, per non ritrovarsi poi, una volta presa confidenza con lo strumento, a dover ripassare tutte le vecchie note per adattarle allo stile rinnovato.

Cinque consigli di metodo:

  • Usa categorie e tag. Crea categorie e assegna tag ai tuoi appunti per organizzare le informazioni in modo logico e coerente. Ad esempio, puoi creare categorie come "Lavoro" o "Personale" e assegnare tag come "Progetto XYZ" o "Lettura/Saggio" o ancora “Idee per una start-up” ecc.

  • Crea collegamenti tra appunti. Usa i collegamenti per creare vere e proprie connessioni tra i tuoi appunti. Ad esempio, se hai un appunto su un argomento specifico, puoi creare un collegamento verso altri appunti che trattano lo stesso argomento o che hanno idee simili. Alcuni degli strumenti di Second Brain ti inviteranno esplicitamente a fare largo uso di collegamenti e back-link per organizzare (o clusterizzare) il tuo lavoro.

  • Utilizza le funzioni di ricerca. Sfrutta le funzioni di ricerca per trovare rapidamente le informazioni che ti servono. La maggior parte degli strumenti di Second Brain ha funzioni di ricerca avanzate che ti permettono di cercare per parole chiave, categorie, tag e altro ancora. Alcuni offrono vere e proprie funzionalità da database, permettendoti di scrivere delle query in grado di raggruppare i risultati in maniera fine.

  • Crea mappe concettuali. Usa le mappe concettuali per visualizzare le relazioni tra i tuoi appunti. Le mappe concettuali ti permettono di creare una rappresentazione visiva dei concetti e delle connessioni tra di essi, aiutandoti a comprendere meglio le relazioni tra le informazioni.

    • Obsidian offre una funzione chiamata "Graph View" che consente di visualizzare le relazioni tra le note in modo grafico. È possibile spostarsi tra le note cliccando sui nodi del grafo.

    • Roam Research è noto per la sua funzione "Backlinking", che consente di creare collegamenti tra le note e di visualizzare le relazioni tra di esse in modo visivo.

    • Notion offre una funzione chiamata "Relations" che consente di visualizzare le relazioni tra le pagine in modo visivo. Non è potente quanto gli altri ma per i beginner è più che sufficiente.

    • Logseq offre una funzione chiamata "Graph View" che consente di visualizzare le relazioni tra le note in modo grafico. La funzione "Graph View" di Logseq è ancora in fase di sviluppo e potrebbe non essere altrettanto avanzata rispetto ad altre opzioni come Obsidian o Roam Research.

  • Organizza i tuoi appunti in modo gerarchico. Sfruttare le gerarchie all’interno delle proprie note è fondamentale per organizzare il lavoro in maniera esemplare. Ad esempio, puoi creare un appunto principale per un progetto e poi creare sotto-appunti per ogni fase del progetto.

L’aspetto più importante, tuttavia, è la coerenza. Mantenere una coerenza strutturale fra le tue note permetterà di trovare facilmente le informazioni e a mantenere il tuo Second Brain organizzato ed ordinato, anche con il passare del tempo.

Iniziare da qualche parte

La domanda che potrebbe sorgere spontanea, a questo punto, è “Ma da dove inizio?”. Non c’è una vera e propria risposta: il miglior modo di procedere sarebbe quello di provare uno ad uno gli strumenti per vedere quale di questi si integra meglio con il tuo stile di lavoro e le tue abitudini. Certo, puoi anche farti violenza e provare ad aggiustare il tuo comportamento ad uno degli strumenti, ma se è il primo approccio con uno strumento di Second Brain, conviene partire in punta di piedi.

Noi di Blank al momento ci siamo orientati su LogSeq prevalentemente per 4 motivi:

  • È open-source. Con una soluzione open-source, abbiamo il controllo completo sui nostri dati e possiamo scegliere dove archiviarli e come gestirli. Questo ci consente di proteggere meglio la nostra privacy senza doversi appoggiare a formati proprietari che ci vincolerebbero in un futuro.

  • Ha una comunità attiva. Pur essendo nato da poco tempo, LogSeq vanta una comunità di entusiasti di tutto rispetto, il che garantisce longevità al prodotto ed un buon apparato di plugin fra cui scegliere.

  • È gratuito. LogSeq è distribuito in forma gratuita. Al momento l’unica funzionalità “a pagamento” è la sincronizzazione proprietaria (che però non è vincolante) che viene offerta a chi supporta il progetto su OpenCollective con almeno 15$ di donazione mensile. L’idea di dover pagare qualcosina non ci spaventa, soprattutto se contribuisce al mantenimento di una realtà open-source a cui idealmente ci ispiriamo per i nostri progetti.

  • Curiosità. Siamo fatti così. Le cose troppo mainstream non ci attirano troppo, per cui se c’è una soluzione di nicchia che pare essere interessante, siamo i primi a navigarla e provarla.

Quindi? Non vi resta che scegliere uno degli strumenti ed iniziare a creare!

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